Se
n’è andato “Mommo” Cotroneo, un gran signore, un caro amico che fu - con
Gembillo e Giordano – perno delle sette Scuole di Liberalismo che
organizzammo a Messina. Lo ricordiamo grazie alla penna di Giuseppe Molino, suo
ex allievo:
Girolamo Cotroneo (Campo
Calabro 1934-Messina 2018) è stato uno dei maggiori pensatori
liberali italiani del secondo Novecento. Seguace della grande scuola
crociana di cui fecero parte prima di lui De Ruggiero e
Franchini, riuscì ad aggiornare ed ampliare le prospettive originarie
con l’apporto teoretico tratto da filosofi come Popper
e Arendt. Il mio incontro con lui avvenne all'università di
Messina nei primi anni ’80, quando giovane studente cominciai il mio
percorso intellettuale iscrivendomi alla facoltà di
filosofia . Mi colpirono subito durante
le prime lezioni dedicate alla Fenomenologia di Hegel la
chiarezza espositiva e la lucidità dell’analisi, che permetteva a noi
studenti di superare le impervie pagine dell’opera del filosofo di Stoccarda.
Queste doti così importanti in un filosofo unite a una
amabilità dei modi e a una disponibilità ad aprirsi al rapporto diretto
con gli studenti mi convinse a seguirne tutte le successive lezioni. Negli
anni che trascorsi seguendo i suoi corsi imparai a leggere e
interpretare pagine di Kant, Kierkegaard, ,
Sartre, Cassirer, Perelman ed ebbi modo di ricevere
molteplici stimoli ma soprattutto il convincimento mai più
crollato che solo sulla libertà si possano fondare le
comunità sociali e politiche moderne. Quando poi vinsi la
cattedra di storia e filosofia al liceo e dovetti
trasferirmi lontano, il Prof Cotroneo continuò a seguire i miei
studi, sempre prodigo di consigli e ricco di affabilità umana. Fu
sempre grazie a lui che dopo qualche anno dalla laurea riuscii a
pubblicare la mia tesi di laurea su Splengler. Poi, come spesso
accadde nella vita, il mio percorso personale mi portò ad
allontanarmi da lui anche se sempre mantenni nel mio animo un vivo ricordo
e un sincero affetto . Al contrario di me,che decisi di
emigrare, Cotroneo, che pure ne ebbe l’occasione, non volle mai
lasciare Messina, che considerava la sua città adottiva,
e la facoltà di Lettere e Filosofia di Messina, dove si era
formato, seguendo per un periodo il marxismo di Della Volpe ma
volgendosi poi definitivamente verso lo
storicismo di Franchini, e dove mantenne la
cattedra di Storia della filosofia fino alla fine della sua carriera.
Questo alla fine secondo me gli nocque, impedendogli di
ottenere ancor più ampi riconoscimenti culturali. La sua
scomparsa segna una grave perdita culturale per la città di Messina e
anche per il Sud d’Italia, in un momento storico in cui proprio la
riscoperta dei valori umani insiti nel liberalismo dei Cotroneo e dei
Croce potrebbe essere decisivo per una autentica svolta morale. |